Don Raimondo Sinibaldi, presbitero vicentino, è il nuovo presidente dell’associazione nazionale “Ad Limina Petri”, il cui obiettivo è riassunto nel motto “Pellegrini al soglio di Pietro”, che troneggia nell’homepage del sito (www.adliminapetri.it). Istituita nel 2010, l’associazione ecclesiale e culturale si pone come interfaccia dell’Ufficio nazionale tempo libero, sport e pellegrinaggi della Conferenza episcopale italiana, per quanto attiene ai cammini di fede. Don Sinibaldi ha una lunga esperienza in materia, in quanto attuale presidente della Fondazione «Homo Viator-San Teobaldo» (ex Ufficio pellegrinaggi) della diocesi di Vicenza, e anche ideatore del progetto di riscoperta della “Romea Strata”, una delle più significative vie di pellegrinaggio medievale, assieme alla Francigena e alla Germanica.

«Nel mare magnum di proposte di cammini che sorgono in continuazione da più parti, Ad Limina Petri – precisa – intende proprio ‘certificare’ le peculiarità dei cammini di fede, ovvero quelli che hanno nel percorso santuari, pievi, monasteri, oppure che hanno visto il passaggio di santi, oppure che si dirigono verso mete considerate “capitali della cristianità”, come Roma, Santiago, Gerusalemme ». L’associazione, che conta totalmente sui volontari, riparte con davanti una bella sfida: il Giubileo del 2025. «Per allora dovremo aver messo in sicurezza i percorsi, verificato che le reti ospitali lungo i cammini si caratterizzino per lo stile cristiano dell’accoglienza – per esempio, con la possibilità di benedizione, preghiera, lavanda dei piedi, e quant’altro… –, e che a Roma i pellegrini ricevano il Testimonium di avvenuto pellegrinaggio, siano valorizzati in una celebrazione a San Pietro, insomma si sentano accolti. In associazione siamo rodati perché molti di noi hanno sperimentato personalmente le vie di pellegrinaggio; c’è chi ha attraversato l’Europa, chi è andato fino in Terra Santa in bicicletta. Ora si tratta di coinvolgere tutte le realtà “promotrici” dei cammini di fede per poter lavorare assieme, perché il 2025 è praticamente domani», conclude don Sinibaldi.

fonte: Avvenire.it